(06/03/2013)
FAZIO FLORIO UNA VITA PER LA MUSICA


di Rosario Brescia

A dispetto delle nostre convinzioni, molto spesso la grandezza delle persone si coglie nella grazia della loro semplicità. E il Maestro Fazio Florio, nonostante i tanti successi ottenuti nei migliori ambienti musicali d’Italia, ha sempre conservato la genuinità e la modestia dei grandi uomini. Con emozione sincera, ci piace oggi ricordarlo quale valido musicista. Ciao, Fazio, la melodia del tuo clarinetto rimarrà nel cuore di chi ha saputo apprezzare la tua arte, vera e propria colonna sonora alla tua vita vissuta sempre all’insegna della bellezza della musica.

 di Rosario Brescia

 ARTICOLO PUBBLICATO NEL 2008  DALLA RIVISTA “IL SANTAGATESE” FONDATA E DIRETTA DAL GIORNALISTA  ROSARIO BRESCIA.

         Noi siamo abituati a frugare tra la vita per cercare suggestioni da raccontare. Con passione ed entusiasmo. E con il passare del tempo abbiamo imparato a riconoscere le storie belle. Col tempo ci siamo accorti che spesso non servono neppure parole da ascoltare per riconoscere emozioni. Basta una sfumatura, un dettaglio. Come uno sguardo sincero e due occhi sereni che hanno visto scorrere il tempo.

        Due occhi che silenziosamente sono pronti a raccontare suggestioni. Questo abbiamo capito. La nostra passione tesa a celebrare la vita, dunque, e una vita celebrata attraverso una grande passione, quella per la musica, si sono allora incontrati nel piacere di una storia che promette emozioni.

        Lo leggiamo negli occhi del M° Fazio Florio, un santagatese che al proprio nome ha legato un successo artistico ottenuto in anni e anni di consensi acquisiti nei migliori ambienti musicali d’Italia.

        Un successo mai strombazzato, che proprio per questo merita di essere narrato. Perché le storie della vita, spesso a dispetto delle nostre convinzioni, diventano importanti proprio quando sono vissute con quieta umiltà. Si, perché se le parole sono fatte di suoni e possono spesso ammaliare, i silenzi, a volte, hanno una loro particolare musicalità, e possono anche emozionare.

        Sulle note delle emozioni, allora, abbiamo chiesto noi al M° Fazio di raccontarci la sua vita di musicista, per omaggiare, se non altro, il suo impegno di anni teso alla valorizzazione della musica. Un impegno, partito proprio da Sant’Agata di Puglia tantissimi anni fa, come ci racconta lo stesso M° Fazio, il cui nome all’anagrafe è Bonifacio.

        “Ero bambino quando iniziai ad avvicinarmi al mondo della musica. Ad av­viarmi al piacere delle sette note fu il Ma­estro Leonardo Palazzo, al quale sono rimasto riconoscente per tutta la vita. Fu proprio grazie a lui, infatti, che iniziai a frequentare il concerto bandistico di Sant’Agata, iniziando con il solfeggio per poi avvicinarmi per la prima volta allo strumento che diventerà l’inseparabile compagno di una vita: il clarinetto. Dopo circa un anno di solfeggio, il M° Leonardo Palazzo mi diede quindi l’opportunità di poter uscire a suonare per la prima volta con la Banda di Sant’Agata, in occasione di una processione del Venerdi Santo. Era il 1932, avevo da poco compiuto12 anni.”.

        Tutta la strada che il Maestro Fazio ha poi percorso da quel lontano 1932 è stata sempre caratterizzata dalla grande passione per la musica. Nei primi anni quaranta studia al Conser­vatorio di Foggia dove consegue la licenza di Lettere, di Teoria e Solfeggio e del quinto anno di clarinetto.

        Nel 1949, viste le scarse possibilità offerte nel settore musicale dalla provincia foggiana, si trasferisce a Milano, dove completa la sua formazione musicale presso il Con­erva torio G. Verdi, con il consegui­mento del diploma di clarinetto.

        Assume l’incarico di “clarinetto solista” presso la prestigiosa Banda dell’ATM di Milano, dando quindi ini­zio ad una carriera che lo porta a realizzare collaborazioni musicali im­portanti, come i concerti realizzati dalla RAI che spesso lo scrittura in occasione di spettacoli musicali im­portanti. Come quello con Beniamino Gigli nel 1953, che lo vide suonare nell’orchestra come secondo clarinet­to. Ci mostra orgoglioso la lettera di contratto della RAI per quella collaborazione, con un compenso giornaliero di 1.557 lire.

        Ci mostra pure la pagina del Radio Corriere del 21 dicembre di quell’anno: “Concerto vocale e strumentale diretto da Nino Sanzogno, con la partecipazione del Soprano Antonietta Stella e del Teno­re Beniamino Gigli”.

        Ci racconta anche del concerto “Martini & Rossi” del gennaio 1954, al Casinò di San Remo, dove sempre come secondo clarinetto accompagnò, nel­l’orchestra della RAI, la Mezzo Soprano Giulietta Simionato e il Baritono Carlo Tagliabue.

        E tante, tante altre serate musicali importanti con altrettanti per­sonaggi noti del mondo della musica. “Un bel ricordo lo conservo ancora per la partecipazione, come secondo clari­netto, all’Opera Lirica “La Sonnambula” con Anna Moffa e quando suonai, in qualità di Primo Clarinetto alla Rai di Milano, nella commedia “Don Giacinto” di Raffaele Viviani, con il grande Nino Taranto”.

        E ci racconta di quando, qualche anno fa, su RAI Tre gli è capitato di rivedere proprio la bella opera di Raffaele Viviani, con il grande Nino Taranto, e di tutta l’emozione provata nel risentire chiaro il suo clarinetto che accompagnava quella commedia.

        Si emoziona il Maestro Fazio mentre sfoglia i suoi ricordi riposti in alcuni album colmi di ritagli che parlano di lui, con centinaia di fotografie che lo ritrag­gono in concerti; tanti anche i manifesti conservati, lettere di congratulazioni e medaglie d’oro e d’ar­gento. Nel corso degli anni ha diretto tantissimi Complessi Bandistici, soprat­tutto in Lombardia; ha insegnato musica a centinaia di ragazzi; è stato autore di varie composizioni musicali, tra le quali ricordiamo” Sant’Agata in festa” il cui testo fu appositamente composto dallo scrittore e poeta, Gino Marchitelli; ha tenuto decine di concerti con il famoso “Trio Orsi” di clarinetti, del quale faceva parte; ha suonato al Casinò di San Remo, con l’Orchestra Scuola Monteverdi di Milano come primo clarinetto,  all’Angelicum, con la cui orchestra ha suonato come primo clarinetto nell’opera “Il Carnevale degli animali” di C. S. Jaens, e alla Scala di Milano, nel 1979, nell’opera Macbeth di G. Verdi.

        Ma è strano come, pur avendo suonato a Parigi e in molte altre capitali europee, alcuni dei suoi ricordi più belli sono legati proprio al suo paese natio, Sant’Agata di Puglia, dove attualmente vive.

        “Nel 1975, con la collaborazione della Pro Loco, nel giro di un mese portai una trentina di ragazzi ad avvicinarsi alla musica. In pochi giorni portai quei ragazzini a realizzare un bel concerto nei locali del teatro comunale, che in quell’occasione si affollò per as­sistere all’esibizione di quello che sim­paticamente denominammo “Complesso Ferragosto”. Fu una cosa importante, perché molti di quei ragazzi si avvicinarono e si appas­sionarono alla musica; molti di loro continua­rono e continuano ancora oggi a suonare nella banda di Sant’Agata, mentre alcu­ni, successivamente, si sono anche di­plomati al conservatorio”.

        Interviene, a questo punto, la moglie Graziella, che con Fazio ha condiviso dieci anni di fidanza­mento e tantissimi altri di matrimonio “Quanta pazienza quell’anno: casa nostra era un via vai di ragazzini armati di flautini, …Però fu una bella soddisfazione”.

        Una soddisfazione che per il M° Fazio continua. La sua grande esperienza e creatività, infatti, di tanto in tanto lo portano ancora oggi ad interessanti collaborazioni musicali. Proprio ultimamente, infatti, ha strumentato per il Concerto Bandistico di Sant’Agata di Puglia il bellissimo “Inno a Padre Pio” dal brano originale del cantautore Toni Santagata.

        E alle soddisfazioni di oggi, si uniscono ancora i molti i ricordi che riportano il M° Florio al lungo periodo vissuto in Lombardia. Tra questi, uno in particolare gli riempie ancora oggi il cuore di gioia: Milano 1963, stadio di S. Siro, l’Italia incontra il Brasile. “Quanta emozione quel giorno. C’erano tutti i grandi campioni dell’epoca, c’era pure il grande Pelè. E con la Banda Municipalizzata di Milano, all’interno dello stadio, c’ero anch’io a suonare l’inno nazionale dell’Italia, prima dell’inizio della partita”. L’incontro con il Maestro Fazio non potevamo non terminarlo chiedendogli di farci ascoltare la finezza del suo clarinetto. Non se lo fa ripetere due volte. Le note di un’aria del Donizetti arrivano melodio­se a fare da colonna sonora ai ricordi di una vita vissuta all’insegna della musica.

        A noi non rimane che salutarlo, pur con nell’animo il rammarico che tanta ricchezza di vita meriterebbe più ampi ri­conoscimenti. Ma poi ci ritorna in mente l’antico detto …Nemo Profeta in Patria, che giunge a conforto del nostro commiato.

        Qualcosa, tuttavia, ancora ci frena sull’uscio della sua casa. Un’ultima domanda sentiamo di dovergliela rivolgere: “Maestro, quella partita con il Brasile, nel 1963, come andò a finire?”.

        La risposta, puntuale e precisa, non si fa attendere:” Tre a zero, …la vincemmo!”.

        Soddisfatti, allora, lo salutiamo con la gioia nel cuore, mentre, come d’incanto, ci sembra di risentire per un attimo l’allegria dello stadio di S. Siro in festa per quella vittoria del 1963.

        Si, per un attimo ci pare anche di riascoltare le note festose del nostro inno nazionale e…ma…un momento: quel suono allegro di clarinetto che insistente emerge tra le note della Banda Municipalizzata di Milano?

        …Vuoi vedere che…! Ma si, siamo certi di non sbagliare: è proprio il clarinetto del nostro amico Fazio Florio che tra l’entusiasmo generale di quella bella festa alza note alla gioia e alla vita.

        “Ciao, Fazio, la melodia del tuo clarinetto rimarrà nel cuore di chi ha saputo apprezzare la tua arte, vera e propria colonna sonora alla tua vita vissuta sempre all’insegna della bellezza della musica”.

  Rosario Brescia