(09/06/2011) Paése mije, questa canzóne l’àmme fatta pe tté di Rosario Brescia | ||
![]() | ||
Paése mije, questa canzóne l’àmme fatta pe tté Se è vero che ci sono mille modi per raccontare il proprio paese, quello scelto dal gruppo musicale “Li Paisène” ci pare davvero il più bello e originale. Attraverso vari brani in dialetto che arricchiscono un progetto musicale trasformatosi in cd, emerge la bellezza di un racconto fatto di emozioni, a volte assaporate anche semplicemente nel piacere di una passeggiata tra i vicoli santagatesi. Donato, Gino e Donato Nicola Magnisio: tre santagatesi legati tra loro dall’amore per la loro famiglia e dall’amore per il loro paese natio, si raccontano e raccontano frammenti di vita paesana nel loro cd “ Paése mije” di imminente uscita. di Rosario Brescia Quando abbiamo avuto il piacere di ascoltare il brano musicale dialettale intitolato “Paése mije” del trio musicale santagatese “Li Paisène”, ci siamo convinti del fatto che davvero quando sai parlare d’amore, l’emozione trova voce, anche se non sei un artista famoso. E magari quella voce si trasforma pure in coro. Anzi, in trio. Una voce che parte dal cuore di chi la modula e, attraverso i sentimenti che racconta giunge a portare emozioni al cuore di chi l’ascolta. Ma c’è di più. Quando poi abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare l’intero cd di questo trio musicale santagatese unito dalla passione e dall’amore per il loro paese, oltre che da legami familiari, allora ci siamo resi conto che veramente l’affetto per il luogo natio attraverso la musica può trasformarsi anche in momenti di narrazione. Se è vero, infatti, che ci sono mille modi per raccontare il proprio paese, questo scelto dal gruppo “Li Paisène” ci pare davvero il più bello e il più originale. Attraverso i vari brani in dialetto che arricchiscono il loro interessante progetto musicale, infatti, emerge in modo splendido tutta la bellezza di un racconto fatto di piccole emozioni, a volte assaporate anche semplicemente dal piacere di una passeggiata fatta tra i vicoli, quando: “...Te vène la vòglia re cammenè,/te vène la vòglia r’allucchè,/te vène la vòglia re candè... - quando vedi com’è bello il tuo paese e allora - ...siénde l’addòre re li pine,/siénde l’addòre re lu vine/quande éja tiémbe re sci a vergnè/sótte a lu sóle... - perché pure questo ricorda che nel paese - stèje la gènde cóme a mmé,/stanne l’amice, li paisène,/li recorde mije...”. Un vero e proprio atto d’amore nei confronti di Sant’Agata di Puglia ci è parso questo progetto musicale. E lo diciamo senza ombra di dubbio alcuno, perché abbiamo ascoltato attentamente e integralmente i vari brani del cd, e abbiamo letto rigo dopo rigo tutti i testi che lo compongono. E mentre nelle nostre orecchie rimbalzavano le note dei brani e nel nostro cuore sussultavano le immagini che le stesse nel contempo generavano, ci chiedevamo in che modo poi avremmo potuto mai raccontare noi quelle belle emozioni. Già, perché siamo convinti che voler raccontare a parole la poesia che si fa musica e, scusate il giro di parole, la musica che si trasforma in poesia, è davvero un’impresa ardua. Non potevamo, tuttavia, non provare a descrivere l’impegno, la passione e la gioia che abbiamo letto negli occhi degli amici Donato, Gino e Donato Nicola Magnisio, tre santagatesi legati tra loro da alcune cose essenziali e imprescindibili: l’amore per la famiglia (sono cugini tra di loro) l’amore per la musica (suonano tutti e tre sin da ragazzi) l’amore per il paese natio (tutti e tre andarono via da Sant’Agata quand’erano poco più che bambini). Che abbiano passione per la musica, lo dimostra l’ottimo risultato ottenuto nella realizzazione del loro progetto musicale; che abbiano attaccamento per il paese, lo dimostra il fatto che hanno scelto di chiamarsi ”Li Paisène” e di cantare in vernacolo santagatese; che abbiano affetto per la famiglia, infine, lo dimostra il fatto che, pur vivendo situazioni e momenti totalmente differenti legati alla vita e al lavoro, si ritrovano spessissimo insieme, a Foggia, dove vivono, a condividere occasioni di convivialità dove al piacere della musica uniscono anche il gusto per la buona tavola. Ovviamente senza far mai mancare la classica panella di pane santagatese e la giarretta di vino paesano. E proprio in uno di questi gradevoli incontri, abbiamo avuto anche noi il piacere di condividere con loro la gioia di ascoltare i vari brani che compongono il loro cd di imminente uscita, e raccogliere i sentimenti che l’hanno stimolato. Ovviamente, lo confessiamo, il tutto tra l’assaggio di qualche bruschetta all’olio santagatese e un buon bicchiere di vino paesano. Il primo a chiarirci come si è arrivati al progetto musicale finale e ad illustrarne contenuti e propositi è Donato Magnisio, autore dei vari brani: “...Diversi anni fa, casualmente partecipammo con il brano “Paése mije”, che oggi dà anche il titolo al nostro cd, ad una trasmissione televisiva, a concorso, su Telefoggia. Erano presenti molti gruppi bravi, noti e attrezzati di tutto punto, infatti tanti presentarono anche brani famosi; noi, invece, arrivammo solo con le chitarre, una canzone, tra l’altro in vernacolo, e tanta voglia di far conoscere il nostro paese. Con nostra grande meraviglia arrivammo secondi a quel concorso. Questo, in qualche modo, ci fece capire che forse davvero valeva la pena proseguire nella ricerca di sentimenti da cantare. Sì, perché la cosa fondamentale da ribadire - ci tiene a sottolineare Donato - è che quello che ci ha indotto a proseguire nel nostro intento, e che oggi ci vede felici presentare questo progetto musicale oramai quasi ultimato, sono i reali sentimenti d’affetto nei confronti del nostro paese, Sant’Agata di Puglia. Noi facciamo questa cosa, perché veramente abbiamo dentro un unico sentimento che ci muove: l’amore per il nostro paese! Non cerchiamo altro che questo riscontro. Solo questo c’interessa”. E come non credergli? Basta guardarlo negli occhi, Donato. Quando parla di Sant’Agata di Puglia, si illuminano. Del resto, non poteva essere diversamente, giacché essendo proprio lui l’autore dei testi, tutto quello che ci dice lo ritroviamo sintetizzato nella bellezza di una strofa di una delle canzoni:” “...Nuje vulìme fè canósce/a tutte quande stu paése/e nun ‘nce mbòrta se éja piccele/e se qualché ùne nu lu vòle veré./Nuje te recime ca sime cundènde,/sime felice re t’appartené./Nuje te recime: “Paése mije,/questa canzóne l’àmme fatta pe tté…”. Alle parole di Donato, fanno subito eco quelle di Gino Magnisio, che ci tiene a ribadire i sentimenti espressi dal cugino: “Come già anticipato, ti confermo che questo nostro lavoro non sarà in vendita, giacché lo scopo è volutamente d esclusivamente quello di promuovere e valorizzare il nostro paese e il suo dialetto. Certo, visti i costi elevati del progetto stesso: sala d’incisione, musicisti che hanno collaborato, stampa copie, eccetera, l’auspicio è che un qualche intervento giunga da qualsiasi ente preposto, a scopo di contributo. Speriamo bene, altrimenti ci troveremo a dover superare numerosissime difficoltà. Noi, comunque, siamo fiduciosi e in attesa. In ogni caso, tuttavia, noi sicuramente andremo avanti per la nostra strada”. Una strada che, ad onor del vero, in effetti si muove certamente verso la valorizzazione non solo musicale, ma anche culturale del progetto stesso, come ci conferma Donato Nicola Magnisio, che ha curato l’ottimizzazione dei testi dialettali: “Nulla è stato lasciato al caso. Ogni parola, ogni singolo termine è stato confrontato con il “Vocabolario del dialetto santagatese” del compianto Gino Marchitelli. Ovviamente abbiamo curato i testi sia sotto il profilo grammaticale, che sotto il profilo della fonetica. Questo perché l’intero lavoro mira, oltre che al piacere della proposta musicale, anche alla voglia di promuovere il dialetto santagatese in maniera quanto più corretta possibile, almeno rispetto a quanto egregiamente riportatoci dall’illustre poeta e scrittore dialettale Gino Marchitelli, al quale è sempre andata la nostra stima e la nostra sincera ammirazione”. Bene, che altro dire allora, se non augurare a questi simpatici amici, il giusto riscontro al loro progetto musicale? Una proposta, la loro, che attraverso il piacere della bella musica, e nonostante i notevoli sforzi richiesti per la sua realizzazione, non ha nessuna vanità di successo, ma aspira semplicemente ad interpretare sentimenti che narrano l’orgoglio di appartenenza ad un paese. Anche quando non ci sei. Anche quando vi fai ritorno di tanto in tanto. Già, perché davvero, come scriveva Cesare Pavese: “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Perché davvero, come recita il brano di una canzone dei Magnisio, non c’è piacere più grande della gioia di tornare al tuo paese, quando ancora c’è: “...Chi t’abbrazza e chi te vèse,/chi t’accòglie rinde a la chèsa/chi te rèje dòje pastarelle,/chi mette la tijèlla...”. Ecco, già solo per tanto, allora, “Paése mije” merita di essere accolto come una cosa di valore. Una cosa che da santagatesi ci appartiene, come da sempre ci appartiene la gioia di condividere un momento piacevole e affettuoso, quando ci si ritrova ...tra “Paisène”.
| ||