(15/03/2019) IL PANE E I DENTI | ||
Il PANE E I DENTI Nei Campi di mio padre fu garzone. Con le ossa rotte ritornava a sera Dai solchi ritto sopra un carrettone Frustando al trotto i muli alla criniera.
Trent’anni fa, con poveri pastori Lo vidi nella stalla lì bocconi Disteso al sonno sulla paglia o fuori Russare a luglio sotto i carrettoni.
Alla vecchiezza diventò padrone; possiede un campo, aratro, mietitrice; non veste cenci sporchi da cafone e, a vederlo, sembra assai felice.
Raccoglie grano e frutta d’ogni mese. Oggi, commosso me lo ha detto in pianto: < Ho seminato il grano alla maggese, < ma tristi i miei stornelli alzai nel canto:
<< Fiore di grano ! << Quando ero giovane, << avevo i denti, <<ma non avevo che mangiare. << Fiore di spina ! << Ora che vecchio << ho da mangiare, << non ho piò denti << per masticare. LA FORNARINA La fornarina, prima, il sonnolento Borgo risveglia al gelido mattino: uno, due colpi, all’uscio, fragorosi; tra veglia e sonno, fioco, dentro, un urlo, cui di rimando l’urlo suo selvaggio. E va di casa in casa ad annunziare Che quest’è l’ora d’impastare il pane.
Lungo le strade, sull’intatto ghiaccio Di cenere lasciò, nera una scia; colma una cesta ne vuotò col pugno, quasi seminatrice al campo arato.
O fornarina, di cenere intrisa, sei pei bambini come una befana; quando tu passi per le vie del borgo taralli a lor dispensi e biscotti!
Matutta ripulita la domenica, con quegli occhioni azzurri e chiome d’oro tu mi sembri una fata, o fornarina
VALERIA “ Figlia, disperazione mia! Le scarpe! “ Così piena di polvere e monella”. Io grido ma a pensarci seriamente Così mi piace la bambina mia, selvaggia, popolana, impolverata. Che corra la bambina coi monelli, e che si aggrappi per la balza e salga; scivoli e poi ritenti coi monelli, per lasciarseli tutti quanti indietro! Voglio vederla che sorrida, ritta, come una statua, lì, su quella roccia, e che dica : “ Papà! Vedi che ho vinto? “ Dal libro CANTI DAUNI Todariana Editrice | ||