(28/09/2013) EXSULTEMUS IN VICTORIA ! - MONS. DONATO PAGANO IL MENDICO ( SECONDA PARTE ) Dalla rivista " IL SANTAGATESE " del Prof. Michele Antonaccio di Michele Antonaccio | ||
I funerali di Don Donato | Il giorno della Traslazione alla Chiesa di Michele Arcangelo | |
Il voto di Mons. Renato Luisi, L'89° vescovo di Bovino, si avvera e possiamo ripetere, come durante le manifestazioni del passato, mentre i lavori della « Casa» procedevano secondo i piani prestabiliti, exsulltemus! Sant'Agata, rispettosa dei suoi figli benemeriti non più fra noi, esulta. Esultano le autorità civili e religiose, il nostro benamato Arcivescovo ed esultiamo noi considerando Padre D'Amato, definito Sant'Uomo, presente con lo spirito a conclusione d'un'opera che ha avuto ininterrottamente a cuore fino all'ultimo istante della sua vita, seguendola con trepida attenzione. DISCORSO PER LA TRASLAZIONE DELLA SALMA DI DON DONATO Stiamo vivendo una grande giornata: oggi, 8 maggio 1982 la Salma di don Donato Pagano, a sette anni dalla concessione del decreto del Ministero della Santità, viene traslata nella Chiesa di S. Angelo. Per anticipare la risposta alla domanda che qualcuno potrebbe rivolgermi del perché del mio interessamento, affermo di aver sempre apprezzato don Donato che ha esercitato un fascino suo particolare su di me per la sua inesauribile attività: a questa spontanea mia disposizione si aggiunse l'invito inaspettato del prestigioso Padre Nicola D'Amato che si rivolse a me per realizzare la complessa pratica della traslazione ed ora eccoci all'avvenimento degno di far parte della meravigliosa epopea che i nostri genitori hanno vissuto, partecipando con cuore trepidante alla difficile realizzazione d'una grandiosa opera fra l'umano e il miracoloso. La comparsa della forma di un cuore nella pietra spaccata in due, ora conservata all'ingresso, di fronte all'ascensore; il masso che cade dalla spalla di un manovale per effetto di una trave spezzata su di un'impalcatura al secondo piano e va a finire ai piedi di don Donato sfiorandolo, mentre si trovava nel cortile intento a dare delle indicazioni ad un mastro-muratore,l'operaio rimasto penzolante, aggrappato ad una trave, sospeso nel vuoto, viene salvato a stento da altri operai i quali avvicinano sollecitamente una scala. Sono gli esempi più eloquenti della sconfitta del male, i detrattori non poterono gioire, scongiurato il pericolo, si ebbe la certezza della protezione divina. Intanto a causa della loro infermità, a distanza di pochi giorni dal ricovero, i primi vecchietti muoiono, nonostante le attente cure. I malevoli ne approfittano per diffondere notizie paradossali. Il tragico e il grottesco sono più vicini di quanto si creda, basta poco per chi ride perché non spunti una lacrima o per chi piange non gli venga da ridere: il questuante, che aveva fatto della sua vita lo scopo essenziale di aiutare i vecchi, avrebbe costruito, secondo i perversi, una maestosa «Casa» per attirarli e risolvere in tale modo il problema degli anziani, sterminandoli, calunnia peggiore, e quindi più ridicola, non poteva essere propalata! La prova è superata, la «Casa» prospera, è un centro di risanamento morale intorno al quale si modella la vita del paese, i ricoverati, la benedicono, si accolgono le orfanelle, si istituisce il laboratorio frequentato anche da esterne che vi si recano per il ricamo; l'asilo è un vero giardino. Il fondatore si fa mendìco per assicurare il necessario ai ricoverati, va di abitazione in abitazione a chiedere qualcosa; da conoscitore del cuore umano sa come agire, è instancabile, provvede a tutto, non si concede riposo, gli amici sono pochi, il sindaco del tempo Francesco Barbato, il prof. Francesco De Carlo, lo incoraggiano a persistere nell'azione intrapresa. S. Agata riceve un grande dono della sua opera ed oggi, con migliaia di persone, manifesta il suo affetto per tanto bene ed io, a nome della Pro Loco, debbo ringraziare gli Amministratori Comunali e il Sindaco, Ing. Giovanni Russo, per aver provveduto al rivestimento della tomba in pregiato granito rossoamaranto, all'ordinazione della banda paesana e, come sorpresa, alla corona di fiori, debbo ringraziare il Presidente della « Casa », Geom. Michele Perrone per la opera muraria, le associazioni del posto e delle varie parti d'Italia che sono intervenute; le rappresentanze dei circoli e delle scuole, il clero per la fattiva collaborazione, il prof. Carmelo Volpone, titolare di « Radio S. Agata e la sua équipe» tanto attiva, l'Onorevole Avv. Stefano Cavaliere, per aver saputo trovare il tempo nonostante gli impegni, ed essere oggi qui fra noi, ringrazio il Sacerdote, prof. Pierino Russo e l'avvocato prof. Francesco Saverio Cela, per il loro interessamento, dimostrato anche stando a Foggia ed ora qui presenti. E' doveroso sottolineare altresì la presenza di Padre Peppino Leo, Padre Domenico Malgieri e Padre Paolo Fredella ed un ringraziamento particolare ai due religiosi dell' Africa Centrale con i quali ho potuto presto conversare in francese, unica lingua straniera da loro conosciuta, l'uno è vescovo della Repubblica RWANDAISE, Monseigneur NTIHIYURW A THADDDEE B.P.S. CYANGUGJ, l'altro è Padre KALIBU- SHI LAURENT, Diocesi di BUTARE, Repubblica RWANDAISE. La Provvidenza ha disposto che i due Padri rogazionisti, indirizzati da Don Donato Pagano al Sacerdozio, si fossero trovati a Roma nella condizione di far partecipare i negri a questo evento a dimostrazione della universalità della nostra famiglia Cattolica. Questa cerimonia non ha fine a sé, ma costituisce lo sprone ad imitare chi ha saputo dedicare la vita alle opere di bene. Spiritualmente presenti sono tutti i nipoti anche quelli non più fra noi Rocco Cela, Filomena, Donato, Romolo. Fino a qualche giorno fa le difficoltà della traslazione erano ancora insormontabili, sembrava che le forze avverse dovessero predominare, ma ad un tratto mi sento sollevato, ho la certezza che tutto è spianato, come se un essere invisibile, l'Arcangelo Michele, con la sua spada lucente, il mezzo materiale per la com prensione di noi mortali, avesse annientato ogni intralcio per rendere la marcia spedita e trionfale intorno alla Bara con le spoglie mortali di don Donato da tumulare nell'artistica tomba progettata dall'insigne architetto Gino Marchitelli, là proteggerà la « Casa» e la Chiesa, l'iniziativa tanto attesa, vinti i tentennamenti, ha un epilogo addirittura celere; dopo i lunghi indugi si è andato ripetendo in questi giorni la frase «bisogna far presto», secondo lo stile dello stesso don Donato, efficacemente messo in risalto dal Provveditore Enzo Contillo in un suo recente articolo sulla pubblicazione « Itinerari Santagatesi». Spiccano ora sulla Cassa, come simbolo della sua resurrezione, alcune copie del suo libro « Ricordi» e i numeri più significativi del suo giornale «Raggi di Carità ». Un ringraziamento particolare debbo rivolgere a sua Ecc. l'arcivescovo Mons. Salvatore De Giorgi perché con la sua presenza ha reso più solenne la cerimonia, esprimo anche la gratitudine per aver immediatamente accettato di intervenire e la riconoscenza per la sua ferma decisione a non proporre differimenti alla data propostagli. Si accresce per l'amato Arcivescovo l'ammirazione che io ho manifestato quando nei vari incontri culturali a Foggia, sono stato presente ed a volte notato. Esultiamo come ai tempi dell'affermazione della « Casa », esultiamo con il Vescovo Mons. Renato Luisi uno dei primi entusiasti della traslazione ed oggi non presente perché le condizioni di salute non glielo hanno permesso, consideriamo con noi il Vescovo Mons. Mario De Santis che si rallegrò per la bella iniziativa nel rilasciare il nulla osta alla traslazione, esultiamo con Padre D'Amato: ci pare di vederlo finalmente soddisfatto perché la Sua grande aspirazione è stata realizzata secondo i suoi desideri più volte ripetuti prima della Sua dipartita. Exsultemus in Victoria! | ||