(01/09/2024)
Mons. Donato Pagano e il suo impegno per il progresso della classe operaia.


di Dora Donofrio Del Vecchio

Leone XIII, successore nel 1879 di Pio IX, il Papa del Concilio Vaticano I, che con il Sillabo confermava l’infallibilità del Papato e condannava gli errori ideologici del tempo, il Papa del non expedit (con cui si vietava ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche ma non a quelle amministrative), si rivelò particolarmente attento ai problemi sociali ai quali .dedicò ben nove encicliche. Tra queste la Rerum novarum, del 15 maggio 1891 nella quale esponeva la dottrina sociale della Chiesa e rigettava le tesi del marxismo e del capitalismo. Egli apriva la strada al movimento sociale cattolico confermato dalla lettera enciclica Graves de Communi Re del 18 gennaio 1901 nella quale, confermando i principi essenziali del movimento cattolico, propugnava collaborazione tra le classi sociali, rispetto ed obbedienza alla Chiesa cattolica, incremento delle attività caritative, attenzione all’uso dei beni per disporne con parsimonia, anche da parte dei ricchi, a vantaggio dei meno abbienti.In risposta a tanto, mons. Donato Pagano non tardò ad “uscir di sagrestia” per affrontare la realtà e dare un contributo al miglioramento delle condizioni della classe dei meno abbienti. E frutto di tanto suo interesse per i bisognosi fu la costruzione della Casa del S. Cuore di Gesù in Sant’Agata di Puglia.   Figlio di un onesto artigiano, paladino della causa “religiosa-operaia”, fu presidente del “Circolo Operaio” di Sant’Agata di Puglia dal 2 dicembre 1900 al 26 aprile 1904. Partecipò animosamente alla campagna elettorale santagatese per le elezioni amministrative parziali del 1902 (aveva 27 anni) e s’inserì nella lotta, acerrima, tra i due partiti, quello di Barbato-Locurcio e quello di Leopoldo Volpe di Ramiro. Si candidò schierandosi con il primo. La lotta, che si sostenne da ambo le parti anche con fogli a stampa, lo vide in prima fila. Accesa e vibrante fu la sua protesta contro il Volpe. Per arginare le forti rivalità, entrambi i partiti decisero di incontrarsi il 25 luglio 1902 nel Palazzo comunale per raggiungere un “concordato”, il cui scopo era quello di “sottrarre il paese ad un’agitazione elettorale”, considerate le lotte pubbliche pregresse avendo bisogno non di partiti, ma di programma pel suo risorgimento e per la sua evoluzione civile e morale”. A presiedere la seduta fu chiamato il segretario Morese Nicola fu Lazzaro con il mandato di “amichevole compositore tra i due partiti locali”. Pertanto, dopo aver concordato il programma amministrativo, si concordò la proclamazione a candidato consigliere provinciale l’avv. Donato Barbato ed a candidati consiglieri comunali i signori: Fredella Lorenzo di Generoso, Viola Francescopaolo fu Nicola, Leo Francescopaolo geometra, Decapraris Leonardoantonio di Giuseppe, Volpe Leopoldo fu Alfonso, Malleone Antonino fu Giuseppe, Nova Alfredo fu Emiddio, Agnelli Lorenzo di Giuseppe, Mazzeo sacerdote Paolo di Salvatore, Pagano sacerdote Donato di Giuseppe, Locurcio Giovanni fu Antonio. Il segretario chiese, inoltre, di indicare il nome del sindaco, e unanimamente si designò il dott. Volpe Leopoldo. Del concordato elettorale fu redatto il verbale, sottoscritto da 11 presenti, fra cui il sacerdote Donato Pagano, ed altri due sacerdoti, Mazzeo Paolo e Mazzeo Pasquale. Ritirarono la candidatura Locurcio Lorenzo fu Giuseppe, Danza Michele fu Giuseppe, e si dimise da consigliere Volpe Annibale.Furono eletti: Volpe dott. Leopoldo, 331 voti, Malleone Antonino voti 310 voti, Fredella Lorenzo 313 voti, Pagano Donato 305 voti, Locurcio Giovanni 304 voti, Leo Francesco Paolo 301 voti, Lorenzo Agnelli 298 voti, Nova Alfredo 297 voti, Viola Francesco Paolo 295 voti, Decapraris Leonardantonio 288 voti, Mazzeo sacerdote Paolo 288 voti.Il sacerdote don Donato Pagano fu sostenuto dal “Circolo operaio” con cui aveva sottoscritto un accordo: gli operai sostenevano lui, lui avrebbe sostenuto, eletto consigliere comunale, la causa “religioso-operaia”. Le operazioni di voto si tennero il 27 luglio del 1902 ed il Pagano fu eletto consigliere con 305 voti, risultando il quarto dei consiglieri eletti.Ma nella seduta del 30 settembre il Consiglio, dietro ricorso di Giacinto Volpe, lo dichiarò decaduto dopo regolare votazione (7 Sì, 6 No, 1 scheda bianca, 1 astenuto), perché erano incompatibili il suo incarico di cappellano e direttore del cimitero (con retribuzione da parte del Comune di lire 36 annue) e di subeconomo della chiesa parrocchiale di S. Angelo con la carica di consigliere comunale. Il Pagano ricorse al sottoprefetto di Bovino ed al prefetto di Foggia. Ben tre volte, dietro disposizione del sottoprefetto, votò il Consiglio comunale per arrivare a dichiararlo decaduto. Il prefetto, che aveva ricevuto “insistenti domande circa esito ricorso elegibilità sacerdote Pagano” con suo decreto fece annullare la deliberazione comunale. Ne informò il sindaco tramite telegramma con preghiera di darne “subito partecipazione” all’interessato. A questa notizia, l’assessore anziano Anzano abbandonò la presidenza e l’aula, il Consiglio si sciolse per continuare a deliberare con la partecipazione del reintegrato sacerdote Pagano, riconvocandosi per la domenica successiva. In questa riunione il Pagano chiese di visionare il telegramma del prefetto. Ma il segretario Morese oltre al verbale, di cui diede lettura, non aveva né decreto né telegramma prefettizio, per cui il Pagano si riservò “di agire contro chi e come per legge, cioè contro il segretario. Assunse la presidenza l’assessore Francesco Barbato.Il Pagano rimase in carica fino al mese di dicembre, quando si espresse il Consiglio di Stato cui ricorse Giacinto Volpe e che si pronunciò a favore della deliberazione comunale. La sentenza del Consiglio di Stato fu firmata dal re Vittorio Emanuele III, controfirmata da G. Giolitti, e porta la data: Roma, 28 dicembre 1902. La rivalità Volpe-Pagano non finì lì. Il Pagano, in una lettera a stampa sottolineava per il Volpe: “Io son troppo giovane, e questa è la prima volta, fortunatamente per pochi giorni, che mi son messo nelle cose municipali, pregato e ripregato da quanti v’è di onesto in paese, a scopo di sollevare i dimenticati operai e promuovere un po’ di bene...”Aggiungeva in una lettera del 3 febbraio 1903 ”son un figlio di calzolaio, che solo a via di sacrifizii e di meriti propri è oggi sacerdote”.A quella del 1902 non seguirono altre esperienze politiche per il  sacerdote Pagano. Ma egli non si arrese né si sentì mai vinto. Con lo pseudonimo Ignis, Fortis, Pintor, Spes contro il Consiglio Comunale ed i suoi nemici firmava infuocate note che si pubblicavano su vari giornali e giravano per il paese su fogli pubblicati da tipografie di Foggia, di Bovino e di Venosa. Tenne accesa la polemica senza sosta e per le elezioni del Consiglio comunale del 1907 portò apertamente avanti la lotta facendosi forte dell’appoggio degli operai. In un manifesto del 24 luglio del 1907 lanciava la proposta sfida ai cittadini santagatesi, agli avversari, alle autorità e a mostrare la grandezza delle nostre idee, agli avversari il nostro coraggio, alle autorità il fine santo e giusto che ci muove, a tutti che vogliamo il bene ed il progresso di Sant’Agata..... Incoraggiava al voto con il Canto dell’operaio santagatese del 21 luglio 1907 Non odio ci spinga, vendetta o rancore/…Compatti, serrati al voto corriamo, la mano sull’urna, noi tutti gridiamo:/ Progresso nel bello, nel bene vogliamo.La sua battaglia era volta a difendere i diritti dei meno abbienti, della classe operaia, dei bisognosi. (Roma, Archivo Privato della Famiglia Vinciguerra-Pacelli che ringrazio per avermi consentito la consultazione dei documenti). -