(10/02/2020) STRALCI DI STORIA SANTAGATESE: VÙCCHELE CHIATTE Dal “Vocabolario del dialetto santagatese “ di Gino Marchitelli, recuperato da Maestro Castello di MaestroCastello | ||
Così leggo sul “Vocabolario del dialetto santagatese “ di Gino Marchitelli a proposito di Vùcchele Chiatte” (BUCO PIATTO):
“In realtà “vùcchele chiatte” non ha un senso compiuto in quanto “chiatte” che significa “grosso “ e indica quindi un volume, non si può riferire ad un vuoto, che è appunto un buco; né nel significato di “appiattito “ (me sèrve na pundina cu la chèpa chiatta) esso può riferirsi ad un buco. Secondo gli appunti di un nuovo libro che Gerardo Maruotti sta preparando, Cibele, la Magna Mater che aveva il tempio sulla vetta dove è ora il Castello di Sant’Agata, si identificava con il toponimo Artemisium (da Kerénji) perché essa veniva chiamata anche “la grande Attemide”. Al culto della Magna Mater, inoltre, era collegato quello del pastore Attis: Bucolos Attis, da cui deriverebbe, via via modificato, Buco (los) Attis; Buco (Pi) Atti; Buco Piatto ( vùcchele chiatte). (apprima lu Munecibbie stéva a lu Vùcchele Chiatte) (quand’éja bèlla quéra chiazzètta re lu Vùcchele Chiatte). Dal “Vocabolario del dialetto santagatese “ di Gino Marchitelli- 1983 | ||