Prima dell'avvento della meccanizzazione e dell'utilizzo delle macchine nell'agricoltura, asini, muli e cavalli erano i soli mezzi di trasporto di derrate e di persone e venivano impiegati non solo per i lavori agricoli; ma anche per gli spostamenti dal paese alla campagna e viceversa.
Mentre il cavallo era esclusiva di ricchi proprietari terrieri, il mulo e, soprattutto, l'asino (lu ciúcce) era il mezzo del contadino a Sant'Agata e tante famiglie ne possedevano uno che utilizzavano per la campagna. C'era quindi bisogno di barde per asini, finimenti per cavalli, selle, staffe, capezze, redini eccetera; ed esisteva un apposito mestiere, "il bardaio" (lu vardère o sellère) che provvedeva a tutti questi attrezzi: producendoli in proprio o riparandoli.
Questo mestiere è ormai scomparso del tutto verso gli anni settanta,
a Sant'Agata avevamo maste Narducce Pugliese, buon'anima, che era anche un componente della Banda Musicale. Degli asini è rimasto solo un ricordo.
Il prof. Volpone parla così di questo mestiere:
" Lu vardère (il bardaio). Artigiano che faceva nuove o riparava (re vàrde, re retràngule, li capezzune, re capézze, re fardèlle, li cignune o sóttapanze, li jàccule e così via), basti, cavezzoni, cavezze, fardelli cignoni o sottopancia, cappi di fune per i basti. Inoltre faceva o riparava anche le tele per le mietitrici, re bardanèlle pe la paglia (tele doppie per la paglia con pezzi di fune per legarli fra loro, a due a due, ai quattro spigoli, sacconi per mettere dentro il grano spezzato; re ràchene e li racanúne (teloni doppi ed ampi da mettere aperti per terra e sopra versare il grano che era trebbiato, o coprirlo con questi stessi teloni per salvaguardarlo dalle intemperie improvvise e durante la notte.
Lu vardère aveva la sua bottega dove svolgeva la sua attività; tuttavia, era anche chiamato nelle case, a giornata, o nelle masserie, per prestare la sua opera.
Tutto il suo lavoro era retribuito in natura o in moneta, a seconda dei patti stabiliti, sia che lavorasse incassa dei clienti che nella propria bottega."
(da " Sant'Agata di Puglia nel tempo " del prof. Volpone.)
Col suo lavoro, il bardaio (vardère o sellère), campava a quei tempi la sua famiglia in modo dignitoso.
Na bòna jurnèta!
(maestrocastello)
Il maestro Narducce Pugliese con un suo discepolo.