(02/10/2019) A Sant’Agata di Puglia il vento sibila una storia di pietra | ||
Il vento non dà tregua a Sant’Agata di Puglia. Turbina con sordo fragore intorno all’abside di San Michele Arcangelo,accompagnando i festeggiamenti di San Biagio e della Santa Patrona.Il belvedere si apre sulla vallata zeppa di metallici fiori dai lunghi petali, le pale del più grande parco eolico della penisola, fino all’“ultimo orizzonte” verso il confine con Basilicata, Molise e Campania. L’integrità ambientale dei Monti Dauni è testimoniata dalle numerose Bandiere Arancione di comuni che racchiudono valori storici radicati nel territorio, fra cui alcuni Borghi più belli d’Italia. La posizione è strategica lungo la valle del Cervaro, osteggiata dalla Strada Regia delle Puglie che collegava la Capitanata a Napoli. L’Appennino pugliese, degradando verso dolci colline e rigogliose foreste, è punteggiato di borghi in pietra dalle quiete atmosfere paesane in cima ai quali svetta un castello, una rocca, una torre. Terra accogliente epudica e tuttavia aspra, di radi collegamenti e arcaici tratturi, che spinge all’emigrazione ma incanta il visitatore con la variabilità dei panorami intessuti di un reticolo di acque, campi biondi di grano, vallate verdi di pascoli, borghi antichi. Il vento racconta la storia di varie popolazioni: dauni, romani che costruirono ponti e acquedotti,bizantini che incastellarono le vette, normanni che innalzarono torri difensive, svevi che edificaronopoderose cinte murarie e Turismo esperienziale ed emozionale tra i castelli e le rocche deiMonti Dauni su cui sventolano le Bandiere Arancioni Testo e foto di Tania Turnaturi - taniaturnaturi@gmail.com maestose cattedrali, emplari e crociati, angioini e aragonesi che introdussero la transumanza,tutti lasciando vestigia del loro passaggio. Roccaforte longobarda, normanna, sveva, angioina, il castrum Artemisium da cui i romani controllavano il passaggio verso la via Appia (così chiamato perla presenza di un tempio dedicato ad Artemide), fu ribattezzato Sant’Agata nel 592 in seguito al passaggio delle reliquie della santa catanese per volere di Papa Gregorio Magno. Con grande devozione, il 5 febbraio i santagatesi preparano piccoli pani azimi a forma di seni che ricordano il martirio della santa eponima a cui furono strappate le mammelle. Deposti in grandi ceste e benedetti nella chiesa di San Michele Arcangelo,vengono distribuiti in paese dalle Agatine (ragazze che indossano il saio e il manto). Il 3 febbraio, nella stessa chiesa (ricostruita in stile neoclassico dopo il terremoto del 1930, che ITALIA: Sant’Agata di Puglia 22 TURISMO all’aria aperta ! dell’antica struttura longobarda mantiene solo la cappella di San Biagio) vengono benedette le panelle di San Biagio, legate con nastri colorati e poi distribuite a tutte le famiglie; legato al collo il nastro preserverà dalle malattie della gola. Il vento turbina sul più bel panorama dei Monti Dauni abbracciando il Tavoliere, l’Irpinia, il Vulture, donando l’appellativo di “Loggia delle Puglie”. L’aria salubre, la suggestione del luogo e gli eleganti prospetti dei palazzi gentilizi le hanno valso la Bandiera Arancione, marchio di qualità ambientale. Sulla piazza la cabina telefonica dismessa è una “Bibliocabina” zeppa di libri disposti su scaffalature da scambiare gratuitamente, iniziativa di Book Crossing per incentivare la lettura con piccole biblioteche di strada. Sant’Agata appartiene al circuito culturale “Borghi della Lettura” e ha ottenuto dal MiBAC il riconoscimento di “Città che legge 2018/19”. Inerpicandosi, antiche chiese lungo la cinta muraria, palazzi signorili con sontuosi portali in pietra e chiavi di volta scolpite con stemmi nobiliari, l’antico frantoio ipogeo seicentesco con macina in pietra usata fino al 1927, il forno a paglia, la normanna chiesa di San Nicola, la romanica Sant’Andrea Apostolo e la “Piazzetta della Lettura” con una minuscola cavea dipinta come una biblioteca. Ancora su, fino al castello che dà il benvenuto con l’effigie del condottiero normanno Agatone, cui il barbiere recise la gola per impedirgli di esercitare lo “Ius primae noctis” con la sua giovane sposa, ci racconta il sindaco Luigi Russo. Intorno alla roccaforte, in età medievale si sviluppò un nucleo di abitazioni disposte a ventaglio con viuzze ripide tracciate sui tetti delle case sottostanti, rinserrate dalla cinta muraria su cui si aprivano cinque porte. Le folate di vento ci conducono su altre vette dei Monti Dauni. A Deliceto la possente mole del castello normanno-svevo abbraccia l’abitato disposto intorno Tratto dalla rivista n.271 Turismo All’aria Aperta mese Ottobre 2019 | ||