Secondo le antiche scienze orientali il corpo umano sarebbe attraversato da alcuni canali che avrebbero il compito di regolare il flusso di energia vitale nellorganismo. Oggi la moderna medicina ha confermato alcuni aspetti di questa teoria dando una legittimazione scientifica a ciò che fino a poco tempo fa era patrimonio esclusivo dei maestri spirituali.
Nello yoga il termine prana significa forza vitale. Questo concetto non ha un corrispettivo nelle scienze occidentali, anche se già gli antichi avevano compreso che questa energia vitale si manifesta nei nostri sistemi biologici. Queste acquisizioni sono state utili alle moderne neuroscienze, aiutando a comprendere che la mente e il metabolismo siano accoppiati. Ed in effetti esiste una relazione bidirezionale tra mente e metabolismo. Le scienze occidentali sono solo preoccupate delle relazioni reciproche ma qual è la matrice neurale per il corpo e per la mente?Per capirlo dobbiamo introdurre, dal punto di vista scientifico, gli antichi concetti di Ida, Pingala e Shushumna, che sono definiti come i tre canali principali allinterno del corpo, attraverso i quali scorre lenergia vitale, il prana per lappunto, e i loro rapporti con il metabolismo.
Ida significa canale meridiano per lenergia che fluisce dal lato sinistro del corpo, mentre Pingala fluisce dal destro. Quando Pingala è attivo, cioè dominante, laria che attraversa la narice destra domina.
LE BASI FISIOLOGICHE DELLENERGIA VITALE
Ida significa canale meridiano per lenergia che fluisce dal lato sinistro del corpo, mentre Pingala fluisce dal destro. Entrambi sono adiacenti al meridiano centrale Shushumna , che corrisponde alla vicinanza anatomica del canale vertebrale. Nella medicina yoga, Ida e Pingala esprimono anche lattività delle fibre nervose, dove essi sono specificatamente in rapporto alle fibre simpatiche e parasimpatiche.Quando Pingala è attivo, cioè dominante, laria che attraversa la narice destra domina mentre la narice sinistra è congestionata. E quando Ida è dominante, il flusso di aria nasale è maggiore nella narice sinistra, con una relativa congestione della destra. La prima osservazione registrata di questo fenomeno fisiologico della dominanza nasale nella scienza occidentale fu fatta nel 1889 dal medico tedesco Kayser che definì questa relativa congestione/decongestione dei turbinati nasali come ciclo nasale. Egli, più tardi, descrisse questo fenomeno come un espressione dellalternanza del tono vasomotorio periferico sui due lati del corpo. Insieme a questo fenomeno si verificava la relativa dilatazione e compressione delle pupille, la variazione della secrezione delle ghiandole lacrimali e della mucosa nasale nonché un arrossamento dellinterno dellorecchio.Questo fu il primo rapporto scientifico nellOccidente a sostegno della fisiologia yoga. Comunque il ciclo nasale fu studiato in molti laboratori in tutto il mondo con diverse pubblicazioni su giornali scientifici. Fu studiato primariamente dagli otorinolaringoiatri partendo dalla prospettiva di ostruzione nasale uni o bilaterale. Molti di questi studi furono ispirati da tentativi effettuati per scoprire farmaci che alleviassero la congestione nasale. Per questo motivo si approfondirono le ricerche sul ciclo nasale dal punto di vista anatomico e fisiologico. Si scopri che entrambe le innervazioni simpatiche e parasimpatiche della mucosa nasale si alternano per produrre il ciclo nasale. Per cui se linnervazione simpatica domina sulla destra, si ha una vasocostrizione che produce decongestionamento di quel passaggio e quindi un maggiore flusso di aria per esso. Contemporaneamente la dominanza dellinnervazione parasimpatica si manifesta nella narice sinistra, causando la congestione di quella via nasale.Questo rapporto destra-sinistra è definito nello yoga come la maggiore attività di Pingala.
Con lausilio di tecniche fisiologiche moderne, si è dimostrato come il ciclo nasale faccia parte dei ritmi circadiani di lateralità alternata dellemisfero cerebrale in accordo con le antiche scienze del Kundalini Yoga.
CICLO NASALE E RITMI CIRCADIANI
Il ciclo nasale è molto importante perché costituisce la chiave per comprendere come la mente e il metabolismo sono accoppiati dal sistema nervoso autonomo. Infatti, con lausilio di tecniche fisiologiche moderne, si è dimostrato come il ciclo nasale faccia parte dei ritmi circadiani di lateralità alternata dellemisfero cerebrale. In accordo con le antiche scienze del Kundalini Yoga, lemisfero dominante è controlaterale alla narice attiva. Inoltre esperimenti durante il sonno, hanno anche evidenziato lalternata attività dellemisfero cerebrale, accoppiata alle fasi REM e non REM, oltre che dalle fasi di sonno caratterizzate dalluso di una sola narice, che si gonfiava e svuotava senza la contemporanea fase dellaltro lato. Quando consideriamo la lunghezza in termini di tempo dei ritmi circadiani del sonno REM e non REM, abbiamo un media di 80-120 minuti, dove il non REM si accorcia durante la notte e il REM si allunga.
Nelle antiche scienze yoga, il sonno caratterizzato dalluso della narice destra è lequivalente del sonno REM, mentre quello caratterizzato dalluso della narice sinistra è lequivalente del sonno non REM.
Senza dubbio il periodo notturno di sonno è correlato ai ritmi cerebrali e riflette una specie di compensazione o riequilibrio del tempo diurno. Nella antiche scienze yoga Kundalini, il sonno caratterizzato dalluso della narice destra è lequivalente del sonno REM, mentre quello caratterizzato dalluso della narice sinistra è lequivalente del sonno non REM. Inoltre, sempre secondo la medicina yoga, anche il sonnambulismo ha luogo durante le fasi di sonno dominate dalla narice sinistra.
La medicina yoga afferma che un individuo è in grado di imparare coscientemente ad attivare due emisferi attraverso le narici in un breve spazio di tempo, in modo da adeguarsi alle circostanze in cui si trova.
Ci sono quindi due menti separate, due personalità o domini di coscienza, uno per ogni emisfero, che possono operare indipendentemente. Ciò si può constatare osservando lasimmetria delle emozioni umane: pazienti con danni allemisfero destro saranno caratterizzati da indifferenza e da una valutazione non realistica delle priorità emotive e avranno difficoltà nel comunicare le proprie emozioni; pazienti con danni allemisfero sinistro risulteranno essere caratterizzati più dallafasia. La medicina yoga afferma che un individuo è in grado di imparare coscientemente ad attivare due emisferi attraverso le narici in un breve spazio di tempo, in modo da adeguarsi alle circostanze in cui si trova.
IL MERIDIANO CENTRALE E IL CONTROLLO DEL PRANA
Abbiamo accennato inizialmente a un terzo maggiore elemento che è il Shushumna, o meridiano centrale, che è correlato anatomicamente alla regione della colonna vertebrale. Secondo la medicina yoga, quando la composizione biochimica del cervello e del fluido spinale sono condizionati e le energie dellIda e del Pingala sono mischiate equamente, è possibile il raggiungimento di un elevato stato di coscienza. Comunque questo accade solo quando le secrezioni della ghiandola pituitaria e di quella pineale raggiungono una specifica relazione reciproca. In senso figurato le energie dellIda e del Pingala influenzano il Shushumna, e quando lo fanno in maniera equilibrata, si ottengono una serie di importanti eventi. Ad esempio, esiste un punto di transizione dove entrambi gli emisferi sono egualmente influenzati. Nella maggior parte degli individui questa transizione è molto breve e non è percepita coscientemente dato che non si manifestano le necessarie attivazioni neurali e ghiandolari. Questo punto di transizione è caratterizzato da una maggiore creatività e rappresenta linizio dellautocontrollo. Infatti è a partire da questo punto che gli yogi controllano coscientemente lIda e il Pingala, scegliendo lemisfero adatto alla situazione contingente. Gli yogi possono così scegliere di usare un desiderato stato di intelligenza, controllando costantemente il proprio prana o il livello di energia vitale. Una volta raggiunta la giusta abilità per mantenere questo equilibri su basi regolari, gli yogi devono poi sempre regolarlo da uno stato cosciente. Infatti i ritmi non sono più autonomi. Questo ovviamente fa crescere la responsabilità, ma i vantaggi sono molteplici. Per esempio, un individuo non è più soggetto a difficoltà emozionali e può dunque affrontare più serenamente i problemi delle varie circostanze. Quando gli yogi vivono questo stato essi attivano la loro mente neurale, cioè una mente obiettiva e scientifica. Questo stato mentale non viene influenzato dal cosiddetto fenomeno di reazione crociata delle onde del pensiero, che è invece tipico della maggior parte degli individui.Secondo le teorie yoga è possibile insegnare ad un bambino il controllo del ritmo autonomo già dalletà di tre anni. Tra laltro il rapporto tra sistema nervoso centrale ed autonomo è più flessibile in tenera età. Per persone non addestrate è invece estremamente raro poter attivare uno o laltro emisfero volontariamente.