Il culto mariano, diffusissimo nelle nostre terre, ha un'espressione ricca e significativa nella devozione rosariana, di origine tardo-medievale.
Ad istituirla fu lo spagnolo San Domenico di Guzman (1170 – 1222), il fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori, detto poi dei domenicani.
Nel '500, soprattutto dopo il concilio di Trento, la devozione del Rosario ebbe un rilancio eccezionale grazie a un fatto storico, la battaglia di Lepanto. Qui i cristiani della Lega Santa, costituita da Pio V, sconfissero i turchi, riportando una delle più strepitose vittorie della cristianità il 7 ottobre 1571, al grido di "Viva Maria del Rosario". Papa Pio V, per esprimere degna gratitudine alla Vergine del Rosario, decretò che il 7 ottobre di ogni anno venisse celebrata una festa in suo onore.
La devozione, fin dall'origine, si affermò con una pratica religiosa che è rimasta nei secoli, salvo qualche ritocco, sostanzialmente identica e che consiste nella recita di quindici decine di Ave Maria", precedute, ciascuna, da un “Pater" e seguita da un "Gloria", con altrettante meditazioni su fatti, ovvero "Misteri", della vita di Maria e di Cristo, dall'Annunciazione alla Morte, alla Resurrezione, all'incoronazione di Maria. A ciò si aggiunsero le Litanie ed una Salve Regina.
La preghiera del Rosario si recita prevalentemente in compagnia, diventa corale, comunitaria, tiene attivamente impegnati nella recita a "chori" due gruppi di devoti che ad alta voce si alternano nelle parti. Alla pratica suddetta si aggiunge quella dei "quindici sabati", in preparazione alla festa del 7 ottobre.
A Sant'Agata il culto del Rosario fu introdotto dai francescani dell'Annunziata. Nella loro Chiesa sorse la Confraternita del SS.mo Rosario, associata alla Arciconfraternita di Roma, e vi rimase fino al 1638, anno in cui, per una serie di dissapori sorti tra i confratelli ed il Padre Guardiano si trasferì nella Chiesa matrice di San Nicola. Qui ebbe come prima sede la cripta con ingresso proprio sulla strada che porta al Perillo. Nel 1642 la confraternita provvide a costruire la Cappella del Rosario nella stessa chiesa, in fondo alla navata destra, sullo stesso piano dell'altare maggiore e del coro (navata centrale) e della cappella del SS. Sacramento (navata sinistra). Era arciprete parroco il Cutillo.
Inizialmente la Confraternita era costituita dai più abbienti cittadini santagatesi, come la marchesa Loffredo ed il figlio. Si fuse con quella della "Buona Morte", che si chiamava "Confraternita di Santa Maria della Misericordia", essa pure associata, con Bolla data in San Pietro il 29 ottobre 1606, all'omonima Arciconfraternita di Roma ed istituita canonicamente nel 1620 dal cardinale Odoardo Farnese.
Nel ‘700 la Cappella fu ornata di stucchi pregevoli con dorature. L'altare fu consacrato nel 1738 da mons. Lucci, vescovo di Bovino. Sull'altare trovasi, tra colonne di stucco e cornicioni dorati, un grande dipinto raffigurante la Vergine del Rosario, San Domenico, Santa Caterina da Siena, incorniciati da 15 medaglioni rappresentanti i 15 Misteri del Rosario.
L'iconografia risponde alle prescrizioni riportate nella bolla generalizia del cardinale Ruffolo del 1643. Un'iconografia comunissima, la più adatta a comunicare alle masse dei devoti, soprattutto agli analfabeti, a scopo informativo, didattico e meditativo.
Oltre al dipinto la Confraternita volle una statua che rappresentasse la Vergine "Regina del Rosario" e la collocò in una nicchia a sinistra dell'altare, chiusa a mò di armadio. Essendo la Confraternita del Rosario fusa in quella della Buona Morte, nella cappella si trovano la bellissima statua della Addolorata, con altare proprio, e la bara di cristallo di Gesù Morto.
La Confraternita nelle processioni innalzava il gonfalone di seta con la figura della beata Vergine del Rosario ed uno stendardo di damasco bianco con stelle d'oro ed i confratelli partecipavano indossando un sacco bianco con mozzetta color celeste e medesima tracolla, negli accompagnamenti funebri la mozzetta nera.
La Congregazione provvedeva alla festa di chiusura del mese mariano ed alle feste mariane e scopi essenziali del sodalizio del Rosario e della Buona Morte erano e sono quelli di accrescere il fervore devozionale per il Rosario e suffragare le anime dei defunti.
Oltre che nella chiesa di San Nicola il culto per la Vergine del Rosario era vivo anche nella Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo.
L'8 aprile 1906, alle 10 del mattino, Sant'Agata ara ancora avvolta da fitte tenebre. L'alba si era ormai consumata e la luce del sole non riusciva a farsi strada nella pioggia di ceneri provenienti dal Vesuvio in eruzione. Il popolo, disperato, si riversò nelle chiese di San Nicola e di Sant'Angelo e prostrato ai piedi della Madonna del Rosario chiedeva la salvezza. La luce ritornò ed il parroco don Donato Pagano, con i numerosissimi fedeli presenti in Sant'Angelo, fece il voto di tenere davanti al quadro della Vergine del Rosario di Pompei una lampada ad olio perpetuamente accesa ed istituì la "Pia Associazione della Madonna del Rosario di Pompei.
Il culto per la Vergine del Rosario di Pompei si consolidò nel 1944 in seguito all'eruzione del Vesuvio che durò dal 18 al 30 marzo, quando arrivarono nuovamente le ceneri a Sant'Agata ed il popolo chiese ancora una volta, con voti, la protezione della Vergine.
Dora DonofrioDelvecchio