“…Da quel sito aereo larghissimo è l’orizzonte che gli si apre innanzi, e mirabile è la veduta di tanti e
sì vari campi, di tanti paesi e città. Quanti forestieri arrivano e salgono su questa vetta di monte, e guardano lungi, e da vicino ne restano presi e innamorati…”Così scriveva all’inizio del secolo scorso Lorenzo
Agnelli, in una cronaca su Sant’Agata di Puglia,paese della Daunia, considerato il più suggestivo della provincia di Foggia, dalla sommità del quale, a quasi ottocento metri di altitudine, è possibile ammirare
uno dei paesaggi più suggestivi dell’Appennino pugliese. Dal suo castello imperiale, simbolo
del paese, un tempo roccaforte di controllo militare sulla valle del torrente Calaggio ai tempi dei Longobardi
e dei Bizantini, per poi passare nell’XI secolo sotto il dominio dei Normanni e di quel Federico II che tanta parte avrebbe avuto sui destini dell’intera Regione, lo sguardo si perde lontano, verso lo sconfinato Tavoliere, fino al mare. Bandiera Arancione del Touring Club Italiano che lo certifica quale luogo di “qualità ambientale”, Sant’Agata vale una “visita slow”, senza fretta, per gustare i suoi angoli più riposti, le tante chiese, le vie strette (sufficienti un tempo al solo transito del somaro e del suo basto) e le caratteristiche abitazioni, addossate le une alle altre con i loro portali artistici. Nonostante le descrizioni del buon Lorenzo Agnelli però, fino a non molto tempo fa, i forestieri che salivano sulla vetta del monte per godere della sua immensa vista, rimanendone affascinati e innamorandosi di tanta bellezza, se volevano pernottarvi avrebbero dovuto trovare altri lidi. Lunga e faticosa è stata la battaglia per cercare di dotare il paese di una struttura alberghiera che potesse accogliere i tanti forestieri che dalla valle si inerpicano per le sue strette
stradine, per respirare quella brezza costante che spira anche nelle giornate più calde dell’estate, vivere
quell’intimità familiare che fuoriesce da ogni abitazione, godere delle bellezze artistiche ed architettoniche
lasciate da oltre duemila anni di storia, gustare quella gastronomia genuina che sa di terra, perché i prodotti che la compongono è da essa che derivano. Una battaglia difficile che nel tempo ha impegnato diverse amministrazioni comunali, ma che alla fine ha dato un eccellente risultato: il restauro e la conversione di un ex monastero dei verginiani. Prima in albergo, oggi in B&B. Completamente restaurata, laddove sorgeva il vecchio albergo “La Cisterna” (dal nome di un manufatto che 92 TURISMO all’aria aperta Gli itinerari Gustosi ancora si erge al centro di un cortile interno), la struttura che nel frattempo ha cambiato nome, assumendo quella de “L’Antico Monastero”, è stata completamente restaurata nel 2017 con i più avanzati criteri energetici e dotata di ogni comfort. L’arredamento che la nuova proprietà ha scelto per gli interni è in stile “shabby chic”, per l’aspetto invecchiato e usurato che denotano i mobili, ma assolutamente nuovi e funzionali. Le stanze sono complessivamente sei ed ognuna ha il nome di unluogo particolare di Sant’Agata. La location oltreché suggestiva, è soprattutto confortevole e ben curata, gestita con grande familiarità, grazie anche alla disponibilità, gentilezza e professionalità della sig.ra Carmela Di Mauro, una guida turistica
che al suo lavoro abituale, ha voluto alternare la nuova esperienza di albergatrice. Una decisione che, a considerare dagli ottimi risultati raggiunti in questi neppure due anni di attività (l’occupancy
è praticamente sempre al top sia in estate che in inverno) e dai giudizi (veri) espressi dagli ospiti,
non poteva essere più felice. “E’ molto importante questo aspetto, ci dice. Nei B&B come negli
agriturismo, l’ospite vuole essere coccolato, vuole quelle attenzioni che il grande albergo non può
offrire. Io per natura, amo parlare con gli ospiti, raccontando loro le bellezze del luogo nel quale
si trovano, consigliarli su cosa debbano vedere e cosa mangiare; la gastronomia locale è veramente
un’eccellenza e andar via da Sant’Agata senza poterla degustare è un vero peccato. Io nel mio
piccolo posso dare qualche assaggio a colazione. Nel nostro ricco e vario buffet, preparato sempre
al momento, si trovano croissant, torte e biscotti rigorosamente preparati da noi, prodotti tipici del
luogo che acquistiamo dai nostri fornitori di fiducia, come il miele locale e tutte le altre eccellenze
del territorio. La frutta che non manca mai, arriva direttamente ogni mattina, dai frutteti che gestisce
la nostra famiglia: fichi, albicocche, ciliegie e tutto ciò che la stagione può offrire. Insomma più che
un buffet è una variopinta esposizione di prodotti tipici che noi vogliamo offrire per dare il buongiorno
ai nostri ospiti e dar loro una immediata idea di dove si trovano”. Storia del sito Era il due maggio del millecinquecentonovantasei, ¬San Giovanni Leonardi giunse a Sant’Agata di Puglia dalla Baronia
nelle vesti di commissario visitatore e riformatore apostolico; visitò la chiesa di Santa Maria le Grazie e il monastero, che aveva solo tre celle per 5 monaci, doveva essere soppresso! Le suppliche del popolo commossero il santo, il quale concesse prima sei mesi e poi ulteriori tre anni per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’edificio; i lavori durarono circa quattro anni, intervennero economicamente il marchese
Carlo Loffredo, l’Università e il popolo santagatese, furono spesi mille ducati, ma alla fine dei lavori lo stabile fu in grado di poter ospitare dodici monaci. Divenne un importante monastero, nel illeseicentoundici per volontà di papa Paolo V fu elevato a Badia, mentre nel millesettecentoquarantasette, papa Benedetto XIV elogiò l’operosità e la rettitudine dei monaci, i quali con zelo si dedicavano agli studi ed alla formazione dei giovani, facendo del monastero un importante centro di divulgazione culturale e di elevazione spirituale; in quell’epoca, dipendevano dalla comunità benedettina di Sant’Agata di Puglia, le grange di Ascoli Satriano, Deliceto, Forenza e Troia.La serena vita dei conventi, chiese e monasteri fu sconvolta
verso la fine del millesettecento quando Giuseppe Bonaparte,fratello di Napoleone, il tredici febbraio del milleottocentosette con un decreto stabilì la soppressione degli ordini religiosi, i benedettini dovettero lasciare la chiesa ed il monastero di Sant’Agata di Puglia. Andati via i Padri, intorno a cui era sorto il rione di Santa Maria delle Grazie, chiesa e monastero subirono spoliazioni e violazioni di ogni sorta, il ricco archivio, la prestigiosa biblioteca, due importanti dipinti raffiguranti San Guglielmo e Pellegrino e San Benedetto furono sottratti, restarono in attesa di destinazione la campana e l’organo. Grazie al popolo santagatese furono entrambi salvati, la campana servì per il nuovo orologio pubblico, mentre l’organo fu collocato nell’unica chiesa che ne era sprovvista, la chiesa del Carmine. Passò al comune, venne restaurato verso il
milleottocentocinquanta e i locali furono utilizzati per pretura,carcere, scuole elementari, ginnasiali e professionali.Oggi… Benvenuti a L’Antico Monastero Fonti storiche www.santagatesinelmondo
tratta dalla rivista Turismo all'aria aperta n.277