di Giuseppe Maruotti
Come consuetudine, ogni anno, nel mese di agosto si celebra una Santa Messa nella Chiesetta del complesso dei Ruderi del Convento di Sant'Antuono sito nell’omonima Contrada del Comune di Sant’Agata di Puglia. Quest’anno il rito religioso si terrà il giorno 21 agosto alle ore 19.00. Nella foto in alto, vista dell’interno e del prospetto principale della Chiesetta in cui si celebrerà il rito religioso.
Il convento di Sant'Antuono in epoca romana fu’ stazione militare e fermata di commercio, ma anche utile ristoro e presidio per quanti percorrevano la via Appia, poi masseria regia produttrice di grano e allevamento di suini.
Nel Medio divenne Convento-Monastero; una tradizione vuole che fossero stati i frati Benedettini Cavensi di San Pietro d’Olivola, altra lo fa’ appartenere all’Ordine Teutonico degli Spedalieri fondato da alcuni laici sotto Urbano II nel 1095, i quali veneravano come loro protettore Sant'Antonio Abate. Dall’Oriente arrivavano soldati al ritorno dalle crociate, commercianti, spesso infermi, maltrattati; il convento si trasformò in ospedale e rifugio per viandanti e soldati.
Dal 1278 al 1304 il convento fu gestito dai Cistercensi, ordine dei monaci bianchi nato in Francia all’inizio del XII secolo, abili costruttori e diffusori dell’architettura gotica (testimonianza presente nel convento grazie alla conservazione di una monofora finemente lavorata e da due mensole angolari in pietra).
I ripetuti tentativi di appropriazione delle terre e dei diritti del monastero da parte del barone di Sant'Agata Goffredo di Jamville, indussero i Cistercensi sugli inizi del trecento ad abbandonare Sant'Antuono che tornò alla Corona (re Carlo I D’Angio’).
Nel 1558 il cortile del convento fu ampliato, sorsero altri fabbricati; il “sito” Sant’Antuono divenne Dogana Regia (chiamata anche Posta del Pontone per la vicinanza al famoso Ponte Romano) quindi fermata obbligatoria sia per i quotidiani trafficanti che trasportavano derrate e frutta dalla Puglia a Napoli attraversando l’importante arteria stradale vicino, sia per la famosa transumanza delle pecore che dalla Puglia si spostavano verso l’Abruzzo e Il Molise.
Nel 1867 il colono Domenico Danza, avuto in enfiteusi l’immenso caseggiato, trasferì dalla Chiesa alla sagrestia (trasformata poi in Chiesetta), il Crocifisso, la statua del Santo e la pila dell’acquasanta; trasformò la chiesa originale in pagliaia, totalmente distrutta a seguito di un grosso incendio che ha lasciato salve solo le mura perimetrali.
Oggi la Chiesetta, grazie agli interventi di restauro del proprietario, è stata riportata allo splendore originale (cfr. foto in alto). Anche il prospetto dell'originaria Chiesa Madre (trasformata in pagliaia dal Danza) è stata oggetto di intervento a cura della proprietà appena un anno fà, in particolare sono stati eseguiti lavori di messa in sicurezza della facciata principale per evitarne il ribaltamento. (cfr. foto sottostante).