Sergio (Foggia 1952), scrittore, vissuto a Sant'Agata di Puglia. È autore di testi teatrali, anche in dialetto pugliese, rappresentati da diverse Compagnie teatrali. Ha pubblicato Stupor Mundi (1996, 'Ricognizione storico-teatrale in tre atti' ispirata alla figura dell'imperatore Federico II di Svevia), Il cerchio (1996, opera teatrale in due atti). Sulla sua attività di autore di teatro così ha scritto, tra l'altro, Giuseppe Nasillo «... Nella sua intensa e proficua attività di scrittore di teatro assume notevole e lodevole rilievo l'attenzione che B. rivolge alle problematiche esistenziali, riguardanti le non sempre agevoli e serene relazioni tra individui...».
“AGATONE “ (scena finale).
- Agatone: Attiénde cu ssu rasule!... Ru sacce ca nun vére niénde nisciune, ma lu dovére éja dovére!
- Anduniucce : (Supplichevole). Allóra nun se pòte fè niénde?
- Agatone: Anduniù, basta! Nu nne parlème cchiù!
- Anduniucce: Ma ije cóme aggia fè?
- Agatone: Cóme ànne fatte tutte l’alde, prima re te.
- Anduniucce: Ma l’alde prima re me sónne revendète tutte curnute!....
- Agatone: Quande la fèje longa!... Nunn’éja mica nu disónóre!
- Anduniucce: Nunn’éja nu disónóre?!...(Alzando notevolmente il tono della voce). Ma tu sì pacce !... (Con un colpo secco del rasoio, recide la gola di Agatone. Questi, accenna ad una reazione ma dopo aver lanciato un urlo, si accascia sulla sedia. Anduniucce resta per un po’ a guardare Agatone, poi si dirige verso l’uscita di sinistra, per chiamare Zambrione ). Zemrò!... Zebrò!... Curre.... viénde qqua!....
- Zembrònie: Che tiéne r’allucchè?!...
- Anduniucce: (Preso da crisi isterica) Ahatóne!... (Alzando ulteriormente il tono di voce). Éja stèje l’ùldeme allucche c’àve rète! L’agge accise!
- Zembrònie : (Zembrònie, con gli occhi sbarrati, guarda prima Anduniucce, poi si avvicina al corpo di Agatone. Si china con un certo disagio, lo scruta, lo scuote leggermente, si inginocchia, pone l’orecchio sul petto del morto. Si alza, guarda Anduniucce che, con il rasoio ancora stretto nella mano, fissa con un sorriso amaro e soddisfatto il corpo inanimato di Agatone. Prende uno sgabello, si siede davanti al defunto, poi, lentamente china il capo, pone i gomiti sulle ginocchia stringendo il volto fra le mani. Dopo un breve silenzio scoppia improvvisamente in una risata isterica, prima a brevi intervalli che via via si accorciano, fino a diventare un lamento, quasi volesse esprimere ironia per la spregevole sorte toccata al suo capo per opera di un umile barbiere).
Ahatóne mije sì ggiute pe frechèe sì rumaste frechète!
(lentamente cala il sipario).
Sergio Barbato
(Scena finale della commedia “Agatone “.)
Altre Opere Teatrali scritte da Sergio:
"Farsa su chèpe re Ahòtone" 1977
farsa in due atti " il museo delle ceri" 1977
" Via Crucis Vivente " (secondo la Sindone ) dal 1979 per varie edizioni
" così vi pare " ( cabaret 1980)
" Agatone" (commeedia in vernacolo in due atti e un proloco)
" Pietro Baialardo " ( commedia iin vernacolo n tre atti) 1986
" La SUA VITA è la nostra vita " ( lavoro teatrale in due atti ) 1988
" Fuoche re paglia " ( commedia in vernacolo in tre atti ) 1990
" Il cerchio " ( lavoro teatrale in due atti ) 1993